mercoledì 1 febbraio 2012

“Non siamo mercanzia nelle mani di banchieri e politici” E’ ora di metterci in movimento

Gli Indignados e le proteste pacifiche. “Creare è resistere. Resistere è creare”
 

di Michela Della Croce  CENTOPPASSI N° 0 GENNAIO 2012




Il 15 maggio 2011 a Madrid al km0 della rete stradale di Spagna, Puerta del Sol, 5I0.000 persone,  esasperate da uno dei più alti tassi di disoccupazione in Europa, si sono riunite in un movimento sociale in occasione delle elezioni amministrativecontro le quali hanno sentito la necessità di manifestare pacificamente il proprio dissenso:  gli Indignados (o 15-M). Decisivo l’augurio di “indignarsi” da parte di un veterano della Resistenza, Stéphane Hessel: “Quando qualcosa ci indigna allora diventiamo militanti, forti e impegnati… si abbraccia un’evoluzione storica ed il grande corso della storia continua grazie a ciascuno di noi”. Tramite i social network, la piattaforma digitale ¡Democracia Real Ya! e con il supporto di altre duecento associazioni, è iniziato il movimento, origine delle sollevazioni pacifiche che stanno mobilitando il mondo. Si protesta contro il modello economico, l’accumulazione di potere, la disoccupazione, la dittatura dei partiti e delle banche a favore di una democrazia che parta dal popolo, come è scritto nel loro manifesto. Le priorità stabilite riguardano l’uguaglianza, il progresso, la solidarietà, il libero accesso alla cultura, la sostenibilità ecologica e lo sviluppo, il benessere e la felicità delle persone. Partendo dal km 0, da cui iniziano tutte le strade della Spagna, nuove vie sono state tracciate: quelle delle stesse idee che si sono diffuse in varie parti del globo. Sono arrivate in tutta Europa ed anche oltreoceano dando vita al movimento Occupy Wall Street, portando per le strade quel popolo del 99% che, vedendo le proprie speranze nel governo Obama disilluse, è riuscito a risvegliarsi organizzandosi in manifestazioni ed occupazioni di spazi pubblici in varie città americane prima di tutte New York ed il suo Zuccotti Park. Queste mobilitazioni sono una risposta alla politica partitica ma è sbagliato definirle antipolitica, in quanto si fondano su un’idea di orizzontalità partecipativa: le decisioni per migliorare la società vengono prese da tutti i partecipanti alle assemblee generali, dove si utilizza il metodo consensuale proprio perché l’interesse generale deve prevalere sull’interesse particolare, come esorta Hessel. Scrive Graeber, antropologo americano noto per le sue teorie innovative sullo scambio e sul valore: “Se democrazia significa qualcosa, questo qualcosa è che possiamo metterci tutti d’accordo per organizzare la società in un modo diverso”.

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