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Manifestazione Cgil in piazza Tacito a Terni |
giovedì 2 febbraio 2012
Eccoci!
Editoriale di Lucia Rossi Segretaria generale CGIL Terni CENTOPASSI N° 0 GENNAIO 2012
Eccoci. Titolava così, il 24 marzo del lontano 1984, un quotidiano nazionale in edizione straordinaria. Lo ricordo perché è stato l’anno in cui ho pensato di impegnarmi, da lavoratrice, nel sindacato. Ricordo con nostalgia quel periodo, non solo perché rappresenta la mia giovinezza, ma anche perché da quel momento in poi la mia vita è cambiata. Di questo ringrazio la mia Cgil che poi è quella di tutti. Eccoci, con un giornale. Eccoci, a ripensare la nostra idea di sindacato attraverso gli occhi dei giovani. Cosa vedono, cosa pensano, in un momento così difficile per il mondo del lavoro. Lo scopriremo insieme, perché questa opportunità è data a tutti noi, per ripensare la militanza e l’impegno, accompagnando il rinnovamento, per farne un obiettivo e predisporci al cambiamento. La CGIL è stata per noi, e lo è tutt’ora, incontro di ideali e di valori, senso di appartenenza, voglia di rappresentanza, di parlare a noi stessi e alla politica. È dire ci siamo con le nostre idee, con la nostra capacità di essere punto di riferimento, anche con i nostri limiti, consapevoli, però, di essere un piccolo tassello che ha reso possibile una nuova idea della “condivisione” di obiettivi comuni, nel sogno, mai sopito, del cambiamento I diritti sono sostanza della libertà, della coesione sociale e dunque della democrazia, che, oggi più che mai si difende anche difendendo i diritti e la loro universalità. Sono questi i valori della nostra organizzazione a cui abbiamo sempre fatto riferimento e che dobbiamo trasferire alle giovani generazioni. Sentiamo questo peso sulla pelle, ci appartiene il senso di ingiustizia che attraversa il mondo del lavoro, lo facciamo nostro, ci identifichiamo nell’assenza di una prospettiva di un futuro diverso per le giovani generazioni. E’ un problema di dignità prima ancora che di civiltà. Oggi ci sono condizioni peggiori per chi lavora, la vita è diventata più precaria, le retribuzioni sono troppo basse, i diritti si sono ridotti, gli orari sono peggiorati. Un’intera generazione è destinata a lavorare in condizioni peggiori di quelle riservate ai propri genitori, la precarizzazione del lavoro porta con sé la precarizzazione sociale. Dobbiamo stabilire nell’azione contro la precarietà una delle priorità rivendicative dell’attività sindacale, per coerenza tra le affermazioni e l’agire quotidiano che non sempre accompagna ciò che noi sentiamo essere “la questione aperta”. Eccoci allora con un giornale di giovani. Eccoci con un giornale della Cgil. Eccoci per tessere relazioni e capire attraverso quali strumenti di comunicazione possiamo più e meglio intercettare i mutamenti sociali e indirizzare la nostra azione di tutela individuale e collettiva. Grazie a quanti hanno reso possibile l’uscita del primo numero, grazie a quanti vorranno restare e a chi si avvicinerà
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